Il monitoraggio PTIM dell’Agenzia del Demanio

Il monitoraggio PTIM dell’Agenzia del Demanio

In un altro articolo abbiamo visto che l’Agenzia del Demanio svolge vari monitoraggi sugli immobili demaniali concessi in uso governativo. Oggi vedremo in particolare a cosa serve e come si svolge il monitoraggio PTIM dell’Agenzia del Demanio.

Come ho specificato negli articoli precedenti, darò per scontato che chi legge sia in possesso delle credenziali di accesso. In caso contrario dovrà per prima cosa chiederle al proprio referente centrale.

PTIM: a cosa serve

Il D.L. 98 del 6 luglio 2011, convertito in L. 111 del 15-7-2011 ha previsto che l’Agenzia del Demanio assuma il ruolo di “manutentore unico” di tutti gli edifici pubblici (con limitatissime eccezioni per gli immobili della Difesa e quelli culturali).

In attuazione di questo obbligo, l’Agenzia ha predisposto il “sistema accentrato delle manutenzioni” in base al quale ogni PA deve comunicare gli interventi che prevede saranno necessari nel triennio successivo; l’Agenzia, in base alle richieste e alle risorse disponibili svolgerà le gare per individuare gli esecutori; il Provveditorato alle OOPP realizzerà gli interventi avvalendosi degli operatori selezionati dall’Agenzia.

Il Mibact e la Difesa sono esclusi dal “manutentore unico” e possono realizzare autonomamente i propri interventi, ma devono obbligatoriamente utilizzare i contraenti selezionati dall’Agenzia.

Il primo passaggio per consentire al Demanio di sapere quanti operatori dovrà selezionare e per quali interventi è comunicare i fabbisogni attraverso il sistema PTIM. Il termine “PTIM” significa infatti “Previsione triennale interventi manutentivi”. Anche questa rilevazione ha chiaramente come finalità ultima il risparmio di spesa.

PTIM: quando fare il monitoraggio

Il sistema di rilevazione dei fabbisogni viene aperto per due mesi, solitamente dal 1 dicembre al 31 gennaio. Talvolta però questi termini slittano. Le amministrazioni vengono informate via mail dell’apertura della rilevazione; laddove la compilazione del monitoraggio non avviene in modo centralizzato ma distribuito sul territorio, a cascata i referenti centrali informano per tempo i referenti periferici.

PTIM: che dati bisogna comunicare

Devono essere inseriti singolarmente nel portale gli interventi di importo previsto superiore a 5.000,00 euro e inferiore a 2.582.000,00 euro, iva esclusa, che riguardino manutenzione ordinaria (unico tipo di intervento ammesso per gli immobili in locazione passiva), straordinaria, restauro, ristrutturazione, ampliamento (se non comporta aumento di volumetria).

Devono essere inseriti cumulativamente (ossia solo la somma totale, a solo scopo informativo) gli interventi di piccola manutenzione che sono singolarmente inferiori a 5.000 euro. L’obbligo del manutentore unico infatti scatta per gli interventi da 5.000 euro in su.

PTIM deve essere compilato anche da uffici di Difesa e MiBACT, perchè anche se possono essere esonerati dal manutentore unico sono comunque soggetti agli obblighi informativi sui lavori che intendono svolgere.

PTIM: come effettuare il monitoraggio

Per effettuare il monitoraggio, una volta raccolti i dati da comunicare, entrate nel portale alla pagina di login con le solite credenziali, poi cliccate sull’icona PTIM. Icona PTIM

Nella finestra che si apre, cliccare sul riquadro “Ricerca e inserimento dei fabbisogni manutentivi” (è cliccabile solo nel periodi di inserimento).

Selezionate il primo immobile per cui volete inserire i dati, cercandolo con i menu a tendina. Non è necessario usare tutti i campi di ricerca, ma più ne mettete più si restringeranno i risultati che vi saranno mostrati. Una volta trovato l’edificio che vi interessa, cliccate “Cerca interventi per unità”.

Per prima cosa bisogna implementare la sezione “documenti e certificati” (l’icona a forma di cartellina) indicando quali certificazioni sono presenti e quali no.

Quindi si può inserire il fabbisogno manutentivo cliccando sull’icona arancione. Vengono mostrati gli interventi inseriti gli anni precedenti. E’ possibile eliminarli o modificarli cliccando sulle icone a forma di cestino dei rifiuti o di matita.

Per inserire un fabbisogno mai inserito in precedenza, cliccate “Inserimento intervento non in elenco”. Nella maschera che si aprirà tutti i campi sono obbligatori.

Schermata inserimento dati fabbisognoLa maggior parte hanno il contenuto predefinito dai menu a tendina. Cliccando sulle “i” blu accanto ai vari campi si possono vedere le istruzioni specifiche di compilazione. Per quanto riguarda gli importi, “Importo previsto lavori” è quello esclusa l’IVA, “Importo quadro economico” è l’importo complessivo del progetto e deve essere superiore all’importo lavori almeno per l’IVA (ma anche di più, per somme a disposizione ecc.).

Il campo “Stato avanzamento progettazione” apre ulteriori campi via via (chi l’ha predisposta, se la PA è disposta a dirigere il lavoro ecc.) Se sono presenti progetti devono essere allegati (non da questa finestra).

La “Fonte di copertura” deve essere specificata, salvo che il finanziamento dia con fondi privati. Se si vuole far rientrare il fabbisogno manutentivo nel manutentore unico indicare “Stanziamenti su fondi ex art. 12, co. 6, D.L. n. 98/2011”.

Alla fine cliccate Aggiungi. L’intervento comparirà nella finestra degli interventi inseriti. Cliccando sull’iconcina blu ‘inserimento documenti’ sarà possibile allegare i documenti riferiti all’inserimento (progetti ecc.).

Una volta pronti a svolgere il lavoro dovrete usare (attenzione, a pena di nullità!) l’operatore scelto dal Demanio andando su “Gestione contratti” e seguendo queste istruzioni operative

Difesa e Beni Culturali possono evitare il manutentore unico ma solo in casi molto limitati. Ad es, possono scegliere autonomamente l’impresa in caso di lavori in edifici vincolati, ma per una manutenzione in un edificio non vincolato (es. uffici) devono usare quella selezionata dal Demanio.

 

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