Il MEPA e il nuovo codice dei contratti

Il MEPA e il nuovo codice dei contratti

Il MEPA e il nuovo codice dei contratti

Come tutti i funzionari pubblici sanno, il legislatore ha abrogato (dal 1 luglio) il D.Lgs. 50-2016 Codice dei contratti pubblici sostituendolo con il D.Lgs. 36-2023 di cui ho parlato in un altro articolo.

Questo nuovo codice che diventerà efficace (quasi integralmente) dal 1 luglio 2023 cambierà molte cose nel nostro modo di lavorare, e nessuno potrà ignorare il suo arrivo. Neanche le grandi piattaforme telematiche su cui lavoriamo quotidianamente.

CONSIP ha già iniziato ad avvertire che dal 1 luglio adeguerà i suoi bandi al nuovo codice. Sulla home infatti è comparso in evidenza un link a questo messaggio, che rimanda a tutta una serie di scadenze:

MEPA e il nuovo codice dei contratti

In breve, CONSIP informa stazioni appaltanti e operatori economici che sta per pubblicare dei “nuovi bandi” per tutte le categorie di lavori servizi e forniture presenti sul sistema, bandi che faranno riferimento alle disposizioni del nuovo codice anzichè a quelle del vecchio D.Lgs.50.

Cosa significa in concreto per noi e per le imprese?

Per le imprese

Per le imprese, molto banalmente, è un pò come un anno fa (quando in estate entrò in funzione il nuovo portale), tutti furono obbligati a ri-registrarsi e ri-abilitarsi sul nuovo sistema per non essere esclusi dal mercato.

Questa volta si chiede alle imprese di “aggiornare i dati inserendo le nuove dichiarazioni” quindi pare che la procedura sia più semplice rispetto al 2022, perchè non è una reiscrizione da zero ma soltanto l’aggiornamento di qualche dichiarazione.

Questa funzionalità di aggiornamento non è ancora disponibile (sarà rilasciata il 5 giugno) ma immagino che consista solo nello spuntare caselle che invece di fare riferimento ad es. al vecchio art. 80 del D.Lgs. 50 faranno riferimento al corrispondente articolo del D.Lgs 36 e firmare digitalmente. Quindi senza dover di nuovo riabilitarsi daccapo a tutti i bandi, solo ridichiarare quanto già comunicato.

Le imprese che al 1 luglio avranno effettuato questa operazione potranno continuare ad operare senza alcuna interruzione.

Quelle che non l’avranno eseguita, “scompariranno dai radar” e non potranno più operare sul MEPA fino a quando non l’avranno completata.

Per le stazioni appaltanti

Per le stazioni appaltanti apparentemente sembra che non cambi nulla, ma non ne sono sicura. Fino al 30 giugno si continua ad operare sui “vecchi bandi” e dal 1 luglio si lavorerà con i “nuovi bandi”, ma fino a quando non saranno resi pubblici (il 5 giugno) non sapremo se le modifiche siano solo cosmetiche o piuttosto siano sostanziali.

Il grande dubbio che il messaggio MEPA non chiarisce infatti è se alla modifica dei bandi si abbini anche una qualche modifica della piattaforma e della sua interfaccia. Non dovrebbe, perchè il nuovo codice non stravolge affatto le procedure di affidamento che conosciamo, ma la certezza si avrà solo il 1 luglio. Il dubbio sorge perchè il messaggio MEPA dice chiaramente che fino al 30 giugno opereremo sui vecchi bandi e dal 1 luglio sui nuovi. Quindi non è chiaro se questa differenza di bandi su cui si lavora sarà evidenziata attraverso un “nuovo ambiente” come è stato nel 2022.

Il rischio è che RDO e acquisti svolti con i “vecchi” bandi siano visibili solo in una zona particolare del MEPA mentre quelli fatti con i bandi nuovi siano in un’altra, con la conseguenza di perdere tempo a cercare cose da una parte mentre sono altrove (come succede già ora con cose che ci aspetteremmo nel nuovo ambiente e invece sono nel vecchio). Ma ripeto, magari sono io che mi preoccupo inutilmente e non ci accorgeremo neanche delle novità.

La sola modifica già nota e veramente impattante è che per tutto il mese di luglio non sarà possibile pubblicare in piattaforma appalti specifici per il sistema dinamico di acquisizione, che tornerà disponibile solo nel mese di agosto in una data da definire. A parte questo, non c’è nulla di sicuro.

Quindi in fin dei conti questa novità non ci interessa?

Niente affatto. Come ho già scritto, le imprese che non aggiornano le loro dichiarazioni scompariranno dal MEPA e saranno messe in un limbo in cui risulteranno registrate ma non saranno visibili, esattamente come nell’estate 2022.

Ebbene, non so voi ma a distanza di nove mesi ci sono ancora imprese che vorrei invitare a procedure negoziate ma che non trovo perchè non hanno completato la migrazione al nuovo MEPA (e magari sono convinte di averla completata, ma si sono fermate prima dell’ultimo passaggio). A luglio il problema si ripresenterà, perchè si ripete identica la situazione che lo ha generato, con l’aggravante che stavolta ci sono solo tre settimane per aggiornare le dichiarazioni di tutti gli operatori economici d’Italia quando lo scorso anni ci sono stati sei mesi.

Quindi suggerisco caldamente a tutti voi funzionari di avvisare con ogni mezzo gli operatori economici con cui avete a che fare più di frequente o che avete in programma di invitare alle procedure, altrimenti dal primo luglio vi troverete di fatto con il blocco degli appalti sul MEPA.

 

 

 

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